Naturismo: utopia o realtà?

Utopia naturista

L’aspetto principale del Naturismo è il recupero della nudità naturale umana.
“Naturale” perché oggi sono dilaganti forme e modi di nudità dalle quali il Naturismo si discosta nettamente e che decisamente riprova: si pensi alla pornografia e allo sfruttamento commerciale del corpo, soprattutto quello femminile.
I tedeschi all’inizio del ‘900 chiamavano il Naturismo “Nacktkultur”, che significa allo stesso tempo civiltà e cultura della nudità. In seguito lo hanno ribattezzato con il termine “Freikorperkultur” (FKK), cultura del corpo libero, o meglio, liberato.

Il Naturismo non è trasgressione, anzi, è un recupero dell’idea umanistica dell’essere umano al centro dell’Universo, in dialogo e comunione con esso nel suo intimo. Un’utopia?
Il termine “utopia” è stato creato nel 1516 dal politico, filosofo e religioso inglese Tommaso Moro (Thomas More): nel suo libro con tale titolo, descriveva l’isola di Utopia, dove si viveva secondo leggi, usi e costumi in contrasto con quelle allora in uso nel mondo. E’ quindi utopia anche il Naturismo?
Se osserviamo l’attuale modo di vivere, con città sovraffollate e invivibili, la natura violentata e in fase di avanzata distruzione, l’inquinamento di aria, acqua e terreni, un turismo di massa consumista e devastante per l’ambiente, la psicosi del vestire in modo esagerato e improprio, tutto sembra opporsi alla realizzazione degli ideali del Naturismo. Eppure…

Eppure tutti questi elementi contrastanti che sembrano soffocare l’ideale naturista, si dissolvono di fronte all’esperienza che milioni di naturisti fanno. Chiunque abbia avuto intense esperienze naturiste sa che – anche senza rendersene conto in maniera razionale – vivere allo stato di nudità naturale significa porsi fuori dal tempo presente. Ogni buon naturista sa che anche la più piccola barriera tessile separa il nostro essere più profondo dalla sua totalità universale e naturale, impedisce l’immersione della nostra limitata realtà individuale in una cosmogonia universale e senza tempo.

La caduta dell’ultimo lembo di stoffa ci libera da una separazione con l’universale atemporale che ci circonda e giace dentro di noi. E questa è una sensazione reale che, ripetiamo, milioni di naturisti sperimentano ogni giorno. Così come sono realtà le associazioni, i movimenti, le organizzazioni, gli strumenti di comunicazione (come Naturistitalia) che promuovono e diffondono l’idea naturista. Così come sono realtà tutti i luoghi, conquistati in lunghi anni di lavoro, dove si può praticare il Naturismo legalmente o liberamente. In Europa sono diversi milioni i naturisti praticanti.
Nella stagione estiva, ogni giorno decine e decine di migliaia di presenze giornaliere si possono contare nei tanti Centri e luoghi naturisti dell’Europa mediterranea, quali Francia (compresa la Corsica, uno dei luoghi storici del Naturismo), Croazia, Spagna, a anche Grecia, per citare i principali. In Italia abbiamo meno opportunità rispetto a questi Paesi, ma ci sono, e più che in passato.

Numeri che costituiscono una realtà concreta, ampia e consolidata, tanto da essere anche economicamente significativa, non solo per le strutture naturiste, ma per il turismo in genere, dato che i naturisti frequentano anche musei, ristoranti, utilizzano mezzi di trasporto, ecc.

Un’altra realtà naturista è la sua etica, un’etica che viene vissuta nella pratica: fare naturismo, essere naturisti non vuol dire soltanto spogliarsi. Conta il perché, il come, il quando, il dove: si tratta di un modo di vivere che comporta conseguenze che vanno oltre una semplice abitudine di vita. E molti naturisti spesso si difendono da queste conseguenze nascondendosi, o non hanno la forza e la voglia di fronteggiarle.
Questo spiega perché molti naturisti non dicono di esserlo a parenti, amici, colleghi; o perché spesso si incontrano più naturisti italiani all’estero che in patria. O addirittura coppie di naturisti che lo nascondono ai figli (ma in casa come fanno? Stanno vestiti? E in vacanza?), quando una delle basi del Naturismo è proprio il suo carattere familiare, di testimonianza e trasmissione di valori ai figli, che fin da bambini beneficiano immediatamente della naturale percezione di benessere che il Naturismo porta con sé.

Il Naturismo fa emergere la sua etica morale dallo stesso fatto di vivere nudi insieme, a partire dal primo nucleo sociale in cui viviamo: la famiglia.
Dalla pratica della nudità naturale sorge spontaneamente un comportamento etico, in primis verso la donna e il sesso. Il Naturismo eleva il corpo umano da mero oggetto di desiderio sessuale a qualcosa di più profondamente vissuto, interpretato in maniera più completa, in una comprensione più universale, certo senza negarne anche il valore sessuale.
La divina bellezza del corpo umano nelle sua naturali fattezze, di qualsiasi sesso ed età, non cessa di affascinare anche se visto all’infinito e nelle sue infinite molteplicità, così come non ci stanchiamo mai di ammirare il volto delle persone a noi care.
Nelle comunità naturiste interiormente vissute, cessano di esistere le età, e le differenze di sesso cessano di essere barriere: l’essere umano e la natura si fondono in una comunione universale senza tempo.
E forse questo è l’aspetto più bello, appagante, rivelatore, della realtà naturista.