La parola Naturismo

Naturista

In un precedente articolo relativo alla Federazione Naturista Internazionale, si accennava al fatto che negli Stati Uniti, per loro radici culturali ed etimologiche risalenti all’Ottocento, la parola “naturism” è equivalente di “naturalism”, ovvero studio della natura, e quindi il Naturismo come viene inteso in tutto il mondo viene da loro chiamato “nudism”.
Ma sono più di cento anni che le due parole, in tutte le lingue e in tutte le nazioni del Globo, si attraggono o si differenziano, diventando per alcuni sinonimo, per altri due cose differenti. Anche in Italia, e nella lingua italiana.

Partiamo dalla più diffusa e conosciuta definizione di Naturismo, quella della Federazione Naturista Internazionale INF-FNI: “Il Naturismo è un modo di vivere in armonia con la natura caratterizzato dalla pratica della nudità in comune che ha lo scopo di favorire il rispetto di se stessi, il rispetto degli altri e quello dell’ambiente.”
A questa definizione, spesso si aggiunge che il Naturismo è un movimento familiare, sano, educativo, naturale.

Il Dizionario Devoto-Oli dà tre definizioni di Naturismo: ai nostri fini interessa la prima, “movimento che proclama la necessità del ritorno a un tipo di vita elementare, primitivo, spontaneo, a contatto con la natura e la semplificazione della dieta (alimentazione vegetariana) e del vestiario sino alla sua totale soppressione (nudismo)”. Ne dà poi anche una definizione etno- storica e medica.
Definisce poi il Naturista come “seguace del naturismo (sostantivo e aggettivo sia maschile che femminile) derivato dal francese naturiste, derivazione di nature”.
Del nudismo scrive che è “atteggiamento in favore della soppressione del vestiario e di una vita all’aria aperta in diretto contatto con la natura; anche la relativa pratica”.
Fermiamoci un attimo, perché già ci sono alcune cose da dire. Innanzi tutto, per il Devoto-Oli, Naturismo è un movimento e nudismo un atteggiamento. Ma, con un po’ di attenzione, possiamo notare che la definizione di Naturismo contiene quella di nudismo, mentre quella di nudismo non contiene quella di Naturismo. Parla poi di “soppressione del vestiario”; oddio, un po’ troppo estremo: d’inverno che facciamo, moriamo tutti di ipotermia?

In realtà, il Naturismo propugna il non uso dei vestiti quando inutili, ad esempio in spiaggia, in un prato, a casa, durante una nuotata, una passeggiata nel verde, e in molte altre occasioni e attività, dove un pezzo di stoffa diventa non solo inutile, ma addirittura dannoso, come ad esempio nella sauna.


Andiamo avanti, e prendiamo il Dizionario Gabrielli, che definisce il Naturismo probabilmente in maniera più precisa: “movimento che si propone di porre l’uomo a più intenso e diretto contatto con la natura, attraverso particolari pratiche di vita, quali il nudismo e un’alimentazione semplice”.
Come seconda definizione dice che è una “dottrina che affida alla natura ogni virtù curativa”; come terza e ultima definizione scrive che “nella storia delle religioni, dottrina che considera particolari religioni primitive come forme di divinizzazione degli elementi e delle forze naturali, personificati spesso in figure di dei”.
Definisce il nudismo come “movimento naturista che propugna l’abolizione degli abiti, considerati una costrizione imposta dalle convenzioni sociali, e il ritorno a una vita a più stretto contatto con la natura”.
Anche il Gabrielli, quindi, mette il nudismo come parte del Naturismo.


L’enciclopedia Treccani specifica che Naturismo è un sostantivo maschile derivante dalla parola natura, sull’esempio del francese naturisme. In pratica, la definizione di Naturista del Devoto-Oli.
La Treccani dà ben sei significati di Naturismo:

1. Forma meno comune di naturalismo, nelle sue varie accezioni.
2a. Movimento – formatosi tra la fine del sec. 19° e il principio del 20° come reazione agli eccessi della civiltà industriale e dell’urbanesimo – che tende a un ritorno dell’uomo a forme naturali di vita semplice e schietta, attraverso un tipo di alimentazione prevalentemente vegetale, l’immediato contatto con la natura, la semplificazione del vestiario fino alla sua totale soppressione (vedi anche nudismo, di cui non è talvolta sinonimo).
2b. Pratica ginnica tendente all’esaltazione della forza muscolare e, in genere, delle possibilità fisiche (vedi anche culturismo).
3. Indirizzo negli studi etnologici, oggi senza seguito, che considerava i popoli primitivi come viventi secondo leggi naturali intese in senso deterministico.
4. In medicina, corrente di antichissime origini, nata e convalidata dalla dottrina ippocratica, che riconosce alla natura la capacità di sanare le malattie (vis medicatrix naturae) e tende a circoscrivere la terapia nei limiti di una funzione ausiliaria delle difese naturali.
5. Particolare indirizzo negli studî di storia delle religioni, che spiega le divinità dei primitivi come personificazione fantastica delle realtà e dei processi naturali.

Soffermiamoci sulla seconda definizione, la 2a (tra l’altro, relativamente alla 2b: che cavolo c’entra il culturismo con il Naturismo???), perché contiene due cose molto importanti.

Innanzi tutto, colloca correttamente il Naturismo come oggi inteso tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, ovvero ai tempi della Lebensreform, che in tedesco vuol dire “riforma della vita”. Fu una corrente di rinnovamento culturale sorta verso la fine del XIX secolo in Germania e Svizzera, per poi propagarsi in tutta Europa, nella quale conversero molteplici idee nel campo dell’arte, dell’artigianato, dell’architettura, della scienza biologica, dell’alimentazione e della moda.

Nell’arte la Lebensreform generò l’Art Noveau, in Italia denominata anche Liberty. Ma fu anche molto importante per i prodromi del Naturismo come lo intendiamo oggi, dando vita al movimento del Frei Koper Kultur (FKK), la cultura del corpo libero, sigla che ancora oggi nei Paesi di lingua tedesca è sinonimo di Naturismo.

La Lebensreform contestava molte convenzioni borghesi, propugnando uno stile di vita più vicino alla Natura, opponendosi alla vita cittadina, agli eccessi della società moderna e della industrializzazione, proponendo un’alimentazione più naturale, l’igiene, la medicina naturale secondo i principi ippocratici, l’esposizione all’aria, all’acqua, alla luce e promuovendo il nudismo (i primi club naturisti si chiamavano Lichtbund, cioè Associazioni della Luce; il primo aprì nel 1903 in Germania, ma il più celebre di questi fu a Locarno, sul Monte Verità nella Svizzera ticinese). Tutti temi ancora oggi fondamentali e caratterizzanti del Naturismo.

Le Sourire

Molti di questi temi verranno ripresi in gran parte, al di là o al di fuori del movimento naturista vero e proprio, cinquant’anni dopo dal movimento hippie, questa volta con genesi negli Stati Uniti.

Ma ritorniamo alla Treccani. Essa definisce il nudismo come una “pratica naturalistica (sviluppatasi dopo il 1930, soprattutto a partire dalla Germania e dall’Inghilterra) i cui seguaci, sia per reazione a quelle che ritengono ipocrisie e convenzioni ereditate dal passato o imposte da un malinteso moralismo, sia per amore di una vita libera all’aria aperta e desiderio di un più diretto contatto con la natura, sia come regola di salute fisica e morale, adottano l’abolizione di ogni tipo di vestiario sulle spiagge o in zone appositamente loro destinate (campi per nudisti)”.

E qui, francamente, non si capisce come gli stessi redattori siano incappati in inesattezze: prima, alla voce Naturismo, come abbiamo visto parlano correttamente di fine Ottocento/inizio Novecento, di Germania e Svizzera, Lebensreform, ecc. E qui, invece, a proposito di nudismo, post- datano la faccenda addirittura a dopo gli anni ’30 e citano a sproposito l’Inghilterra (forse perché fuorviati dai soggiorni marini in Croazia e Grecia di Wallis Simpson e l’ex-re inglese Edoardo VIII), mentre è negli Stati Uniti che negli anni ’30 cominciano a svilupparsi i primi gruppi naturisti, colà nudisti.
Inoltre, i redattori della Treccani non citano l’Ile du Levant.

A proposito di anni ’30: magari qualcuno, a questo punto, invocherà il nome e gli scritti dell’italiano Lamberto Paoletti. Calma, ci arriveremo.
E arriveremo anche a Wikipedia: possiamo non citarla? Certo che no.

La parola Naturismo – Seconda parte

La parola Naturismo

Riprendiamo il discorso sulla parola “Naturismo”. Partendo dalla definizione dell’INF-FNI e dopo aver visto le definizioni del dizionario Devoto-Oli, di quello Gabrielli e dell’enciclopedia Treccani, non possiamo tralasciare Wikipedia. Per la non sempre attendibile enciclopedia on-line “Il naturismo è un movimento che promuove un contatto più diretto e meno artificioso dell’essere umano con l’ambiente naturale, facendo propri il rispetto verso le persone, gli esseri viventi e l’ambiente. Tali caratteristiche essenziali possono essere vissute in determinati contesti anche in nudità. Una persona naturista cerca di avere una vita sana, ad esempio alimentandosi con cibi genuini poco trasformati e di produzione sostenibile, praticando attività sportiva all’aria aperta e il suo stare nuda avviene spesso in socialità, sia in spazi privati che pubblici”.

“I naturisti pensano che la nudità in sé non sia indecente, né degradante, e ritengono che questa consapevolezza aiuti ad una migliore accettazione del proprio corpo, e di quello altrui. Ritengono che la nudità, in determinati contesti, può essere vissuta in socialità, nel pieno rispetto della moralità pubblica della società. Per il naturista infatti la nudità non costituisce in alcun modo veicolo né pretesto per alterare la moralità dei comportamenti pubblici: trasgressione ed esibizionismo sono del tutto estranei alla pratica naturista.
Pertanto la nudità, che nel naturista abbiamo definito come non accidentale, ma voluta, costituisce un’espressione culturale, un’espressione integrale di corporeità, di vitalità, e di equilibrio psicofisico. Ma quest’ultimo è solo un aspetto (il più clamoroso secondo la visione comune) del naturismo, uno stile di vita e un modo di pensare che implica una visione più ampia dell’esistenza e dell’uomo.”

Più avanti sottolinea la funzione sociale del Naturismo, il suo essere un movimento familiare, sano, educativo, naturale, quando lo definisce “un movimento aperto alla partecipazione di persone di tutte le età: dalle famiglie con figli piccoli alle persone più anziane. Ognuno può trovare ristoro nel benessere offerto dal naturismo.”

È importante questa definizione e descrizione del Naturismo e dei naturisti da parte di Wikipedia, poiché sul web si assiste, da troppo tempo, a una corruzione della parola e del concetto, il tutto per meri fini commerciali, o meglio, porno-commerciali, che ingenerano confusione e mistificazione a chi non conosce il Naturismo (e numerose arrabbiature da parte dei naturisti praticanti) e che veicolano attività, atteggiamenti e comportamenti che nulla hanno a che vedere con il Naturismo vero e proprio.

Wikipedia Intende il nudismo, invece, come “la semplice pratica della nudità, anche se spesso viene confuso con il naturismo. Viene praticato prevalentemente in zone balneari o turistiche, senza particolari convinzioni legate al rispetto della natura o a una vita sana. La persona nudista solitamente non crea associazioni come invece avviene per la naturista. In questo senso quindi si può dire che il naturismo ha in sé anche una componente nudista mentre il contrario non è necessariamente vero.”

Poi, Wikipedia prova ad accomunare Naturismo e nudismo, asserendo che “presupposti comuni ad entrambi, nudismo e naturismo, sono: consapevolezza del benessere che la nudità può donare; considerazione della nudità come una condizione non degradante né offensiva, per sé stessi e per gli altri; totale estraneità ad atti trasgressivi o esibizionistici durante la pratica della nudità sociale.”

Dopo aver visto anche le definizioni di Wikipedia, è ora di cominciare a trarre delle conclusioni.
Innanzi tutto, possiamo dire che è impossibile essere naturisti senza essere nudisti, mentre è
possibile essere nudisti senza essere naturisti. Ecco perché noi preferiamo essere naturisti: perché il naturista ha anche una responsabilità comportamentale sociale, culturale e ambientale.

Naturista

Spesso, ai meri nudisti non interessano temi centrali e caratterizzanti del Naturismo:
alimentazione naturale, medicine naturali, ecologia ecc. E mentre per il naturista, trasgressione ed esibizionismo sono fuori della propria mentalità e comportamento, ciò non sempre vale per il nudista. Ovvero, il nudo “trasgressivo” ed esibizionista, non è mai naturista.
E non basta spogliarsi in una spiaggia per sentirsi, essere Naturisti: mentre siamo nudi in un spiaggia noi non siamo naturisti, ma solo nudisti. Per essere naturisti ci vuole anche altro, non meno importante, anche se meno evidente dello stare nudi: stile di vita, rispetto e protezione dell’ambiente, alimentazione, prevenzione naturale della salute, e non ultimo, il non nascondere di essere naturisti, promuovendone benefici, scopi, attività. Non possiamo fermarci a un naturismo solo vacanziero.
Semplificando con una battuta, potremmo dire che Il naturista si abbronza perché sta nudo, il nudista si spoglia per abbronzarsi.
Oggi molte strutture nel mondo si definiscono “naturiste” mentre in realtà sono solo nudiste, volte solo a offrire momenti di vacanza. E magari la maggioranza dei loro frequentatori non conosce storia, valori e fondamenti del Naturismo. Così si rischia di perdere il patrimonio storico e culturale del Naturismo, che, come detto, scaturisce dalla Frei Korper Kultur (FKK) del primo ‘900, che sosteneva la salutare combinazione tra movimento, luce solare, bagni d’aria e acqua in stato di nudità per l’equilibrio fisico e psichico, una nudità etica e morale per il benessere umano. O forse è già perso, poiché, ahinoi, la sigla FKK viene anche usata ormai al di fuori del Naturismo vero e
proprio per attività che nulla hanno a che vedere con esso, anzi, per attività e pratiche che il Naturismo combatte.
È un peccato, poi, che nessuno dei testi citati riporti la definizione di Gimnosofia come speculare a quella di Naturismo: proprio ai primordi del movimento naturista, la parola gimnosofia veniva molto utilizzata, tant’è che negli anni ’50 del secolo da poco trascorso, Kienné de Mongeot, uno dei fondatori del movimento naturista francese e mondiale, preferiva usare questo termine al posto di “naturismo”.
La nudità è una condizione essenziale per la pratica del Naturismo, senza di essa il Naturismo non sarebbe completo. La nudità in comune è il fondamento del Naturismo, ciò che lo caratterizza maggiormente, ma esso non si esaurisce con tale pratica sociale.

E quindi, veniamo ora a Lamberto Paoletti e al suo “Naturismo. Arte del vivere”, scritto nel 1934. In questo libro, citato da molti ma letto da pochi, non si parla di nudismo integrale, anzi, l’autore lo stigmatizza, ammonendo nel primo capitolo di non confondere naturismo con il nudismo. Ma poi, nella bibliografia finale, e accentuandoli con un asterisco, cita pubblicazioni naturiste straniere che includono il nudismo, e fin dalla prefazione del libro cita i fratelli Durville, fondatori della colonia nudo-naturista dell’Ile du Levant. Come mai questa ambiguità? Non dobbiamo dimenticare che il libro uscì in piena epoca fascista: Mussolini lo lodò pure. Paoletti morirà nel 1944, e non potrà assistere alla nascita, o rinascita, del Naturismo e alla sua diffusione a livello mondiale nel dopoguerra.

Troppo lungo sarebbe fare qui una recensione del libro, ma ci pare interessante annotare velocemente alcune cose. Ad esempio, nella citata prefazione, Paoletti definisce il Naturismo (“un nome vecchio e nuovo” scrive) come un movimento di idee, richiamandosi alla Lebensreform e ai rinnovati principi medico-salutisti dell’inizio ‘900. All’inizio del primo capitolo vuole fare una distinzione tra, parole sue, “vita più o meno naturale” e “movimento naturista”. Molti spunti interessanti vi sono anche nel terzo capitolo, dove parla della mentalità naturista, e nel capitolo ottavo, che riporta tutta una serie di citazioni di medici italiani e stranieri, compresi nuovamente i Durville, dove il nudismo è implicito.
Anche a Lamberto Paoletti e al suo libro si ispireranno alcuni pionieri del Naturismo italiano. Ma gli iniziatori di un vero Naturismo, che prevede la naturale pratica della nudità totale, in Italia sono altri: ad esempio, Tullio Cordon, Eugenio Paulin, Ernesto Gorischegg, Bruno Zuculin e altri.

Per questo vorremmo concludere questo breve excursus citando due tra i fondatori, più di cinquant’anni fa, dell’attuale movimento naturista italiano, Giuseppe Ghirardelli e Tom Operti.
Ghirardelli scrisse che “il Naturismo è una filosofia di vita, un modo di pensare e di vivere che caratterizza il singolo naturista quotidianamente in tutti i suoi atteggiamenti e bisogni della vita reale, anche quale cittadino vestito, e non solo d’estate, al mare o dove preferisce praticare il nudismo.”
Operti ammoniva i naturisti del fatto che “siamo tutti continuamente aspiranti naturisti”, intendendo che il naturista perfetto non esiste e che è una continua ricerca, un bilanciamento continuo con i compromessi della vita di tutti i giorni.