
In Liguria, a Noli, da qualche anno è in corso un’affascinante sperimentazione: il tentativo di coltivare sotto il mare, in speciali biosfere, ortaggi e frutta. Naturistitalia ne ha parlato con Gianni Fontanesi, Project Coordinator del Nemo’s Garden.
1) Dr. Fontanesi, come è nato, e con quali finalità, il progetto Nemo’s Garden?
Nell’estate del 2012 l’Ing. Sergio Gamberini, Presidente della Ocean Reef, azienda che produce attrezzature subacquee, ebbe quest’idea a seguito di un anno di particolare maltempo che mise in crisi l’agricoltura, in particolare la coltivazione del basilico. Chissà che non si possa coltivare sott’acqua, si chiese. Mettendo insieme la sua passione per la subacquea e per la coltivazione, ha dato via a questa sperimentazione.
Nel 2013 partì il primo, piccolo habitat sottomarino a 40 metri dalla costa di Noli, in provincia di Savona, partendo con la pianta simbolo della Liguria: il basilico. Ci si rese subito conto che le piantine crescevano molto velocemente; dopo 36/48 ore dalla semina c’erano già i primi germogli.
Da allora si è quindi allargata la dimensione dell’esperimento. Oggi la coltivazione si estende in 6 Biosfere sottomarine, dove le piante crescono in condizioni climatiche ovviamente diverse da quelle esterne in terra: nella nostra struttura godono di temperatura costante, umidità elevata, e di una luce differente, minore del 20%.
L’habitat si trova tra i 5 e i 10 metri di profondità, con una pressione maggiore di 1,5/2 bar rispetto a quella dell’atmosfera esterna. I risultati ci dicono che questa maggiore pressione influisce positivamente sulla crescita delle piante. Abbiamo anche scoperto la possibilità di produrre acqua dolce in maniera naturale, poiché all’interno della cupola c’è aria che si scalda velocemente appena arriva un po’ di luce: quest’aria, scaldandosi, arriva a una temperatura maggiore dell’acqua che la circonda all’esterno, provocando un fenomeno di evaporazione, che nella fase di condensazione perde la salinità marina. Quest’acqua dolce, poi, la convogliamo tramite condensatori in bacinelle che servono a irrigare le piante.
2) Oltre il basilico, cosa si può coltivare?
Abbiamo coltivato anche altre erbe aromatiche, tra le quali timo, maggiorana, origano, menta, salvia, e molte altre. Abbiamo provato pomodori, piselli, fagioli, fragole. Nel 2016 un’azienda francese, che lavora nel campo della cosmesi medicale, ha voluto affittare una nostra Biosfera per effettuare una serie di studi sulle loro piante (calendula, melissa, issopo, aloe, ecc.), e fare delle analisi di paragone con quelle coltivate nel loro laboratorio, sfruttando il fatto che, come avviene con il basilico, dovendosi adattare a diverse condizioni climatiche rispetto a quelle su terra esterna, le piante cambiano un poco certe caratteristiche chimiche, soprattutto la composizione degli olii essenziali.
3) Attualmente, Nemo’s Garden è a Noli. Sono previsti altri siti?
La base di Noli è l’unica operativa al 100% da maggio a fine ottobre. In inverno va in una specie di letargo, anche per le condizioni meteo-marine, condizioni difficili per i nostri operatori subacquei.
Abbiamo installato una Biosfera in Florida per un cliente esterno, un’altra in Belgio in una grande piscina con oltre 2.000 pesci tropicali. Un’altra è prevista a breve nel Lago di Como, per studiare le microalghe.
L’idea è quella di perfezionare ed esportare una nuova modalità di coltivazione alternativa, in zone del mondo dove la coltura classica non si può mettere in pratica.
4) Nemo’s Garden può essere quindi adatto anche ad altri mari oltre il Mediterraneo, o a laghi d’acqua dolce?
Sì. Può essere molto utile in varie parti del mondo. Basti pensare, ad esempio, ad atolli come le Maldive, che importano qualunque tipo di ortaggio perché non hanno terreno fertile da coltivare. O, ancora, a paesi come l’Arabia Saudita, all’interno desertica, ma con coste marine sterminate e non utilizzate.
Non ci proponiamo di salvare il mondo, ma di costruire possibili alternative in quei luoghi, ripeto, dove la coltivazione su terreno non si può fare. Il nostro team collabora costantemente con istituzioni e collaboratori esterni, con Università, laboratori di ricerca, studiosi, in una grande condivisione di dati open- source che consentono di sviluppare continuamente il progetto. Fino a sei anni fa, quando abbiamo iniziato, non era nemmeno pensabile la coltivazione sott’acqua. Oggi sappiamo che si può fare.
Inoltre, le Biosfere possono essere anche un’ambiente ideale per osservare in tutta tranquillità l’ambiente e la fauna sottomarina: al loro interno, infatti, c’è uno spazio d’aria nel quale ci si può sedere per guardare comodamente la vita sottomarina in completo silenzio.
5) Una coltivazione così tecnologica è costosa?
È difficile quantificare il costo di una coltivazione, dipende dalle esigenze di ricerca e di utilizzo. Noi, facendo parte del gruppo Ocean Reef, utilizziamo i nostri stessi prodotti che produciamo per l’attività subacquea, utilizzandoli in maniera diversa: Nemo’s Garden è per noi anche un’area test di questi prodotti.
Ma il Nemo’s Garden è diventato anche un’attrazione turistica a Noli, con positive ricadute sull’economia locale. La coltivazione è a soli 40 metri dalla riva e pochi metri di profondità, visitabile, quindi, anche in superficie, con un’imbarcazione o a nuoto, facendo snorkeling. Non chiediamo nemmeno un soldo per le visite, anzi, ci fanno molto piacere.
6) Inquina?
Utilizziamo solo energia pulita e rinnovabile. La nostra coltivazione idroponica avviene dentro vasi di fibra di cocco e perlite naturale. Sono state fatte delle analisi, che hanno dimostrato che l’impatto ambientale sull’habitat dell’area coinvolta non inquina e non produce effetti negativi sull’ecosistema: si comporta come un reef artificiale, offrendo riparo e ospitalità a specie animali che vanno via via ad aumentare di numero e varietà. Succede come nei relitti, che con il tempo divengono parte dell’ecosistema. Solo che il nostro non inquina. Non c’è gas, e non produce sostanze tossiche, nocive.
Nell’area del Nemo’s Garden c’è una quantità di pesci e crostacei maggiore di 50 volte rispetto a quella che c’è intorno: le alghe crescono vicino alle Biosfere, queste alghe attraggono i pesci piccoli che le mangiano, i pesci più grandi vengono attratti da quelli più piccoli; poi ci sono polpi, calamari, cavallucci marini.
Nel nostro progetto, il mare viene visto come un grande contenitore di energia rinnovabile. Ma, oltre l’energia generata da onde, correnti, maree, il mare ha un’altra grande caratteristica: la termo-stabilità. Immagazzina calore e non lo disperde immediatamente. E, ancora, il mare svolge una funzione di scudo contro le intemperie atmosferiche, come le grandinate, e contro i parassiti. Inoltre, quando magari fuori c’è
una gelata invernale, sott’acqua intorno alle nostre Biosfere non si va mai sotto i 12/13 gradi centigradi. E appena esce il Sole, senza sistemi di riscaldamento e senza consumare energia e inquinanti, in maniera del tutto naturale si arriva in fretta a 17/18 gradi. La nostra sperimentazione è volta a raggiungere una standardizzazione del sistema in qualunque parte del mondo.