Bio-agricoltura sui tetti di Parigi

Sui tetti di Parigi

Il tetto del complesso espositivo Paris Expo Porte de Versailles diventerà un grande campo coltivabile di 14.000 metri quadrati, sul quale verranno fatte crescere 30 specie diverse di vegetali.

Entro l’imminente estate Parigi avrà il più grande campo coltivato esistente sui tetti di una città: frutta, verdura e cereali saranno coltivati su un tetto di grande superficie, nell’ambito del più esteso progetto di coltivazione urbana mai concepito finora.
La società Agripolis, fondata dall’imprenditore Pascal Hardy, ha infatti proposto di trasformare il tetto del complesso espositivo Paris Expo Porte de Versailles, nel sud-ovest della città, in un grande campo coltivabile di 14.000 metri quadrati sul quale verranno fatte crescere 30 specie diverse di vegetali, rispettando il ciclo delle stagioni. Questa produzione sarà cibo da distribuire a negozi e ristoranti della zona per ridurre al minimo la distanza percorsa e l’impronta di Co2 degli alimenti. E gli abitanti della zona avranno l’opportunità di avere dei piccoli appezzamenti da coltivare per proprio conto.

«L’obiettivo è rendere l’azienda agricola un modello riconosciuto a livello globale per la produzione sostenibile – ha spiegato Hardy – Utilizzeremo prodotti di qualità, cresciuti con il ritmo dei cicli della natura, il tutto nel cuore di Parigi. Non useremo fertilizzanti né prodotti chimici e la fattoria diventerà un paradiso di biodiversità».
Per farla funzionare basteranno 20 giardinieri, specializzati nelle coltivazioni verticali e addestrati ad utilizzare circuiti d’irrigazione chiusi, poiché molti prodotti saranno coltivati con sistemi aeroponici che non richiedono l’utilizzo di terra, ma fanno crescere le piante solo con acqua, luce e aria, riducendo il rischio di contaminazione dall’inquinamento urbano. Si stima di produrre, nella buona stagione, fino ad una tonnellata di frutta e verdura al giorno.

L’azienda agricola avrà anche un ristorante bio e un bar capaci di accogliere 300 persone, e offrirà una serie di attività ed eventi collegate alla diffusione della conoscenza della agricoltura urbana.

L’obiettivo è di convincere altre città a seguire l’esempio di Parigi, che si sta rivelando una delle città più dinamiche in questo campo. Pascal Hardy vede l’opportunità per altri Comuni di sfruttare tetti di strutture abbandonate: «Progettiamo sistemi modulari da adattarsi a molte situazioni diverse».
E difatti l’azienda Agripolis conduce già altre più piccole coltivazioni sui tetti di Parigi e di altre città. La capitale francese è molto attiva nei progetti di recupero di spazi per orti e agricoltura urbana. Entro il 2020 progetta di rinverdire 100 ettari di territorio, trasformando edifici e strutture dismesse in campi coltivabili.
A Barbès, sotto la linea di superficie del metrò, sarà realizzata una passeggiata agricola; la vecchia ferrovia a Porte de Clignancourt sarà trasformata in una eco-fattoria; in quello che era un garage condominiale abbandonato in Rue Raymond Queneau è stata aperta La Caverne, una fattoria sotterranea che produce funghi e vegetali da vendere nel quartiere.

Esempi di riqualificazione urbana che si spera altre città possano seguire.
Le piante, prima o poi, riconquistano sempre gli spazi che l’uomo abbandona: in fondo, si tratta solo di organizzare il ritorno del mondo vegetale in un modo più ordinato e più utile.