Spunti di riflessione sul Naturismo e sull’essere naturisti

di Andrea Contini, responsabile editoriale naturistitalia.it
sul Naturismo

Quelli che seguono sono 16 brevi spunti personali di riflessione sul Naturismo e sull’essere naturisti.
Vogliono essere un base di discussione e affermazione di alcuni principi. Sarebbe bello avere altri spunti di riflessione da chi ci legge: scrivete le vostre considerazioni a redazione@naturistitalia.it

1) Il Naturismo abolisce il distinguere le persone secondo le classi sociali, e le innalza solo in base ai propri valori, principi, comportamenti. Ovvero, il Naturismo considera le persone in base ai propri valori positivi, senza distinzione di professione e reddito: sta a noi, a ogni naturista, non ricalcare nei rapporti interpersonali modelli di comportamento sociale che non possono e non devono appartenere al Naturismo.

2) Il Naturismo è l’unico modo di vita che pone in effettiva parità la donna, senza imposizioni psicologiche, e non la relega a un ruolo socio-sessuale inferiore. Nel Naturismo non è costretta ad agghindarsi, truccarsi, comportarsi per il solo compiacimento dell’uomo, o meglio, a comportarsi secondo modelli imposti dal mondo maschile (maschilista talvolta inconsapevolmente), cosa che avviene spesso nel mondo tessile con i comportamenti imposti socialmente, con la moda, la pubblicità, con certi spettacoli televisivi, ecc.

3) Attenzione alla sciatteria, sporcizia, rozzezza di comportamenti. Un essere umano è sciatto, sporco, rozzo, vestito o nudo che sia. Perché un naturista nel mondo tessile dovrebbe essere sciatto e rozzo? Anzi, essendo sempre e comunque un testimonial del nostro stile di vita, una certa cura (senza arrivare ad affettazioni esagerate) può essere un buon segno per i non-naturisti.

4) Il Naturismo è un movimento etico con uno scopo sociale: esso ha fondamento solo se è collettivo, praticato in comunanza di valori, principi e comportamenti (so di essere tra persone come me).
Ecco allora una differenza importante con il nudismo: il nudismo è un’azione individuale, che ha soltanto fini egoistici ed edonistici e non etico-sociali. Quindi il Naturismo è un movimento che fa della nudità e della sua condivisione il proprio elemento fondamentale, ma non l’unico: attraverso la propria nudità, esso si rapporta con la natura e il mondo circostante con comportamenti individuali e collettivi volti a proteggere l’ambiente.

5) In Italia il Naturismo è un movimento ancora fragile, dall’identità non consolidata. Il suo sviluppo, la sua accettazione e i suoi orientamenti futuri sono legati ai comportamenti odierni di ogni naturista. Noi siamo e dobbiamo sempre più essere esempio e sprone per il mondo non naturista.

6) L’esibizionismo va contro il Naturismo perché ne contraddice i principi, tra i quali il comportamento responsabile, la sua non aggressività, la funzione educativa – soprattutto per i bambini e i più giovani, la nudità in comune non legata all’attività sessuale, la parità e dignità della donna. Il Naturismo è libertà, non licenziosità. Il concetto di libertà va di pari passo con quello di responsabilità, con la quale la libertà va esercitata per esistere. Ogni naturista deve combattere fenomeni di licenziosità ed esibizionismo, perché se avessero luogo limiterebbero, restringerebbero la libertà di stare nudi, soprattutto ai nuclei famigliari con bambini, e romperebbero la pace dei luoghi e delle persone.

7) Il Naturismo non ricerca la bellezza esteriore, ma quella interiore: l’armonia. Con sé stessi, con gli altri, con l’ambiente circostante. Come recita la definizione della Federazione Naturista Internazionale: “Il Naturismo è un modo di vivere in armonia con la natura caratterizzato dalla pratica della nudità in comune che ha lo scopo di favorire il rispetto di se stessi, il rispetto degli altri e quello dell’ambiente.”

8) Talvolta capita di sentire o leggere che il Naturismo “tollera” il nudo. Il Naturismo non tollera il nudo, è nudo. Lo pratica, e deve far sì che sia sempre più praticato e accettato, in funzione delle possibilità offerte dalla realtà circostante. Quindi non deve fare solo nuovi adepti, ma deve acquisire nuovi spazi fisici, territoriali, e difenderli sia dai tessili sia da chi pratica comportamenti pubblici non compatibili con il Naturismo: l’esibizionismo che citavamo sopra, ma anche lo scambismo. Se si conquistano nuove persone, non necessariamente si conquista nuovo territorio; ma se si conquista nuovo territorio, si acquista più visibilità, ed è poi più facile conquistare nuovi adepti.

9) Non aspettiamo soltanto che i non naturisti vengano a noi, andiamo noi verso di loro. Ecco un nostro compito: conquistare nuovi spazi (quali, come, dove, è un altro argomento da approfondire) per avere più possibilità di vivere il Naturismo, e più accettazione sociale, per farlo crescere. Non vogliamo essere né fantasmi, né carbonari. La nostra attività deve essere alla luce del Sole, in tutti i sensi. Per questo è importante iscriversi a una associazione naturista: da soli possiamo fare poco e in maniera disorganizzata; insieme ad altri possiamo avere più forza, riconoscibilità e partecipare a molte attività naturiste.

10) Il Naturismo può essere visto in molti modi, soprattutto dai tessili ovvero da chi non lo conosce, o lo disconosce a causa di mistificazioni diffuse da chi il Naturismo non lo pratica. E può essere vissuto per molti motivi, perché è primariamente un fatto soggettivo. Ma dobbiamo trovare un solo modo in cui possa essere promosso, comunicato all’esterno. L’immagine e la coerenza interna del movimento naturista devono essere univoci per essere compresi con esattezza all’esterno. Se non ci facciamo conoscere e identificare in modo univoco, sarà sempre più difficile per noi naturisti farci capire e fare nuovi proseliti stabili.

11) Il Naturismo non può rifiutare il progresso tecnologico. Sarebbe ipocrita, falso: tutti noi usiamo computer, smartphone, beni e servizi, viaggiamo su mezzi di trasporto. Ma il naturista cerca di utilizzarli il più possibile in modo eco-compatibile: deve rifiutare comportamenti consumistici che danneggino l’ambiente, e quindi sé stesso e gli altri.

12) Dobbiamo essere tolleranti e pazienti con i tessili, i non-naturisti, e le loro difficoltà a comprenderci. Loro sono la stragrande maggioranza, noi una minoranza. Se li attacchiamo frontalmente, soccombiamo. Dobbiamo conquistare l’allargamento dei nostri spazi con tatto e diplomazia, senza estremismi.

13) Dobbiamo sempre difendere il principio fondamentale del Naturismo: la pratica della nudità in comune per tutte le età. Senza questo, nessuna persona, nessuna organizzazione, nessun movimento può definirsi naturista. E quindi vegetarianesimo, atabagismo, analcolismo, possono e devono trovare spazio, ma non possono e non devono prendere il sopravvento sulla pratica della nudità in comune a tutte le età.

14) Chi allora può definirsi naturista? Conviene non allargare troppo i confini, per non rischiare l’indeterminatezza: è naturista chi, nel vivere in armonia con la natura e nel rispetto dell’ambiente, di se stesso, degli altri, pratica la nudità in comune con gli altri senza implicazioni di attività sessuali.
Attività sessuale che riguarda sempre e soltanto un fatto esclusivo della propria intimità privata, esclusiva. E’ naturista chi persegue un Naturismo non solo del corpo, ma anche dell’anima.

15) Non nascondiamoci, per quanto possibile. Ognuno di noi professi con serenità, convinzione, tolleranza per le idee altrui, il proprio essere naturisti ad amici, parenti, colleghi non naturisti. Con lo scopo non tanto di fare proseliti, ma quello di esistere con pari dignità alla loro. Il miglior modo di fare proseliti è l’esempio, il nostro esempio, l’esempio individuale di ognuno di noi, in ambito naturista ma soprattutto in ambito non naturista. Il comportamento sconsiderato di uno solo, rovina lo sviluppo del Naturismo, la reputazione naturista di tutti gli altri.

16) Il Naturismo è la migliore forma di educazione e convivenza delle persone che la nostra vita, liberamente, ci può offrire.