
In questi ultimi anni si sono diffusi due termini: Body Shaming e Body Positivity.
Per body shaming, o derisione del corpo, si intende l’atto di deridere una persona per il suo aspetto fisico, perché considerato non aderente ai presunti canoni estetici della cultura e della società in cui la vittima vive. Questo canone estetico, spesso lontano dalle caratteristiche di un corpo umano comune, è posto come normale e necessario per considerare una persona degna di rispetto: il corpo della vittima è al contrario considerato anormale, nonostante sia in genere più simile a quello della maggioranza della popolazione rispetto al modello estetico, e la vittima colpevolizzata e indotta alla vergogna: tale vergogna riduce l’autostima e può portare a malattie quali disturbi alimentari, ansia e depressione.
Alcuni tipi di body shaming hanno origine antiche nella superstizione popolare, altri derivano da mode diffuse in tempi molto recenti. I canoni estetici cambiano da un luogo all’altro e con essi le forme di discriminazione.
La derisione del corpo può colpire entrambi i sessi. Può essere aggravato dalla diffusione di non corretti modelli estetici nei mass media e nei social media e può sfociare in forme di bullismo e cyberbullismo .
Alla Body Shaming si contrappone la Body Positivity, ovvero un movimento di pensiero creato per rafforzare e mettere in luce come i corpi di uomini e donne possano avere più forme, più canoni estetici, tutti egualmente accettabili, da sé stessi in primis, e poi anche dagli altri. Tale movimento difende e sostiene l’accettazione di ogni tipo di corpo, al di là dell’età, del sesso, del peso, del colore della pelle, ecc.
L’obiettivo è quello di evitare un radicamento di standard di bellezza irrealistici, dovuti anche a immagini alterate con strumenti elettronici quali Photoshop, e costruire una consapevolezza sociale dei nostri corpi reali, in modo da rafforzare una maggiore fiducia in sé stessi e negli altri, e dare dignità a ogni persona, di qualsiasi foggia possa essere.
Noi naturisti pratichiamo da sempre la Body Positivity, anzi, essa è da sempre uno dei fondamenti del Naturismo, per il rispetto di sé stessi e degli altri, di qualsiasi età e genere siano.
Due recenti esempi spiegano il concetto di Body Positivity meglio di mille parole: il progetto fotografico “Spiaggia Viva” dell’A.n.ab (Associazione Naturista Abruzzese), progetto del quale ne avevamo già parlato qui su Naturistitalia; e il recente progetto fotografico di Tito Borsa “Nessuna Vergogna”, realizzato ritraendo corpi di modelle non aderenti ai canoni imposti dalla società, dalla moda o dalla pubblicità, e abolendo categoricamente l’uso di Photoshop.
Come dice l’autore, “hanno posato dalla ragazza che vuole fare la modella e viene scartata continuamente perché non ha il fisico ritenuto adatto, alle ragazze che hanno avuto problemi sociali per il proprio aspetto, a chi porta con fierezza vistose cicatrici, o anche chi semplicemente voleva posare nuda giusto per farlo, senza doversi preoccupare del giudizio degli altri. Hanno risposto all’appello persone bisessuali, tatuate, nere, bianche, etero, una grande varietà ma quasi tutte donne. Solo un ragazzo, che ha lavorato duramente perché non stava bene col corpo che aveva prima. Anche questa mi è sembrata body positivity. La cosa che mi piace trasmettere è che nel progetto non c’è alcun giudizio verso nessun tipo di corpo e che tutti possono sentirsi liberi di mostrarsi nudi, anche perché spesso è un atto terapeutico e liberatorio.”
A ogni foto è affiancato un testo di Andrea Chiara Daniso che riassume le motivazioni che hanno spinto la persona ritratta a partecipare al progetto.