di Maurizia Puggioni

Per coloro che adottano la filosofia naturista e sono più sensibili ai temi del benessere e della salute, potrebbe essere molto importante esaminare l’evoluzione biologica dell’essere umano e le sfide che oggi comporta e quanto la vita di oggi sia notevolmente distante da uno stile di vita congeniale al benessere a trecentosessanta gradi.
Per la stragrande maggioranza della storia umana, la raccolta di cibo e la caccia costituivano le sole fonti di alimentazione. Solo da circa 12.000 anni abbiamo iniziato a praticare l’agricoltura e addomesticare piante e animali. Dal punto di vista della bioarcheologia e della biologia, ciò ha rappresentato un cambiamento molto significativo nelle nostre abitudini alimentari.
Plasmata da milioni di anni di evoluzione, la biologia guida le nostre necessità nutrizionali e fisiche. Il nostro DNA è rimasto sostanzialmente invariato dalla rivoluzione agricola di poche decine di migliaia di anni fa, mentre la nostra alimentazione e il nostro stile di vita negli ultimi cento anni si sono drasticamente allontanati da quelli dei nostri antichi antenati.
Le condizioni e la qualità della vita oggi sono indubbiamente molto cambiate, soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione. Le coltivazioni e gli allevamenti intensivi, hanno provocato una costante e continua perdita di nutrienti nel cibo. Il ricorso ad alimenti industriali prevalentemente a base di carboidrati e zuccheri semplici, assieme alla drastica diminuzione del dispendio energetico dovuto al lavoro fisico, ha stravolto il nostro adattamento biologico e psicologico al cibo, causando una vera e propria epidemia di problemi di salute.
Questa discrepanza tra il nostro stile di vita moderno, inclusa la nostra dieta, e il nostro patrimonio genetico ancestrale, gioca un ruolo significativo nella marea di obesità, ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari e altre patologie, che sono generalmente considerate come la semplice degenerazione data dall’avanzamento dell’età.
In realtà stiamo pagando un prezzo enorme in termini di benessere e addirittura di salute proprio a causa di questo divario, sempre più marcato, fra le nostre necessità biologiche e le abitudini dettate dall’industria alimentare.
Sono ormai numerosi gli studi scientifici condotti in questo campo che permettono di esplorare l’evoluzione del cibo, degli stili di vita e delle abitudini alimentari, partendo dai primi ominidi, passando per i cacciatori-raccoglitori del Paleolitico, le comunità agricole dell’Antropocene, fino ad arrivare all’era industriale e ai giorni nostri. Questa vasta gamma di dati fornisce informazioni rilevanti per la nostra salute.
Fino a 500 generazioni fa, tutti gli esseri umani si nutrivano di cibo selvatico, non trasformato, raccolto o cacciato nella natura. Quindi una dieta ricca di fibre, vitamine, sali minerali, antiossidanti e altre sostanze benefiche presenti nelle piante, oltre a occasionali fonti di proteine da animali cacciati o pescati, ricche di grassi sani (in particolare acidi grassi omega-3). Gli studiosi per questo presumono che i cacciatori-raccoglitori tendevano ad essere sani, in forma e principalmente esenti dalle malattie cardiovascolari comuni nelle società moderne.
Il nostro stile di vita e la nostra dieta attuali sono principalmente il risultato della nostra cultura e delle nostre abitudini e sono il risultato di poco più di 100 anni di rivoluzione industriale, lontanissime dal nostro retaggio evolutivo che si estende su milioni di anni. Cultura e abitudini che svolgono un ruolo predominante nella nostra vita, e che ci stanno portando sempre più distanti e in contrasto con la nostra natura. Apparteniamo al regno animale, ne siamo il prodotto, come ogni altro essere vivente: come possiamo pensare di sottrarci alle regole della natura senza pagarne il prezzo?
È evidente che gli esseri umani si sono perfettamente adattati alla cultura in cui sono immersi, ma la domanda è: quanta di questa cultura predominante la nostra biologia può sopportare prima che possa compromettere la salute?
I problemi di salute e benessere che siamo chiamati ad affrontare e l’importanza del nostro patrimonio genetico ancestrale, suggeriscono che abbiamo bisogno di fare concreti cambiamenti, di riavvicinare le nostre abitudini, anche alimentari, alle necessità del nostro genoma ancestrale.
Soprattutto considerando l’allungamento medio della vita, oggi si rivela fondamentale, per poter invecchiare proteggendo benessere e forma fisica il più a lungo possibile, l’obiettivo è vitale: proteggere o recuperare salute e benessere.
Non tutto è sotto il nostro controllo, dove viviamo, cosa respiriamo, ma una cosa è assolutamente nelle nostre mani: quello che scegliamo di portare in tavola ogni giorno!
Ma in concreto come possiamo fare?
Non è semplice, serve tornare ad una alimentazione più simile possibile a quella di qualche millennio or sono, basata su molte fibre, grassi salutari e la giusta quantità di proteine. Sono molto pochi ormai coloro che hanno la possibilità di vivere mangiando esclusivamente ciò che offre la natura.
Ma se è stata la tecnologia esasperata che ci ha allontanato da un vero benessere, è sempre la tecnologia a venirci in aiuto. Guardando però alle più alle attuali ricerche scientifiche su salute e benessere, senza dare la precedenza solo ai profitti. La svolta è arrivata grazie alla formulazione di alimenti adatti alla specie umana, con tutte le caratteristiche nutrizionali perfettamente adatte alla nostra biologia naturale, generalmente definite “low carb” o “glycemic friendly”, basate su ingredienti funzionali al benessere, soprattutto quello intestinale, disinfiammanti e di origine naturale.
Alimenti che non costringono a stravolgere le nostre abitudini, o a fare pesanti rinunce, e tantomeno limitare la scelta a pochi cibi – come, ad esempio, le diete cosiddette “paleo” che eccedendo nella quantità di proteine possono essere pericolose per la salute. Ma soprattutto non devono contenere ingredienti scadenti, come l’olio di palma, le fibre vegetali irritanti per l’intestino, come la fibra di bambù o la lignina, coloranti e conservanti.
Esiste quindi la possibilità di ritornare a rispettare le esigenze della nostra biologia, prenderci cura del nostro benessere e preservare la nostra salute, rispettando allo stesso tempo le tradizioni della buona cucina italiana e continuando a gustare i piatti che tanto amiamo. Ne riparleremo.