di Valerio Rupo

Nello scorso weekend del 14 e 15 novembre la federazione naturista britannica British Naturism ha promosso l’interessante iniziativa del Global Naturism Forum, un ciclo di quattro sessioni online per confrontarsi sull’attuale stato del Naturismo nel mondo e le sue prospettive future.
Ognuna di queste sessioni ha visto la partecipazione di circa 200 persone da tutto il mondo, compresi anche alcuni italiani.
L’ultima sessione, Working together as a global community, è stata quella di maggiore interesse per Naturistitalia, perché dedicata al tema della comunicazione dell’idea naturista.
Il moderatore Jon Williams, VIce Direttore di British Naturism, dopo aver salutato la grande partecipazione di utenti da tutto il mondo, ha introdotto la domanda cardine: come si può collaborare per essere percepiti come una reale comunità naturista mondiale?
Il canadese Stéphane Deschénes, proprietario del Bare Oaks Family Naturist Park ha sottolineato come una comunità naturista globale esista già da almeno 100 anni, per merito della struttura delle federazioni nazionali, poi raggruppatesi nella Federazione Mondiale INF-FNI. Ma al giorno d’oggi, ha proseguito Deschénes, il controllo dell’informazione naturista sfugge di mano, trascinata da molteplici voci attraverso il Web, ma si dice convinto che sia proprio « l’informazione la chiave per il futuro del Naturismo ».
Se le difficoltà rimangono sempre le stesse, ovvero riuscire a portare l’informazione corretta su cosa sia il Naturismo e chi siano i naturisti a un pubblico generale, ai governanti e ai media, in un contesto di comunicazione iperveloce e iper-pervasiva come quello dei Social Networks, l’informazione sui principi del Naturismo come nudità priva di significati morbosi rischia di rimanere sommersa. E, come abbiamo già sostenuto in questa sede, la tecnologia dell’informazione digitale non aiuta.
Dal punto di vista di Stéphane, le federazioni dovrebbero lavorare di concerto, di conseguenza, cavalcando quella volontà di condivisione dei valori naturisti, che prescinde la semplice condivisione di contenuti tramite Web e Social, che danno sostanza a un Movimento non formalizzato da uno statuto.
A questo proposito, l’intervento del fondatore della Naturist Association Thailand Gregers Moller ha raccontato del tentativo di formulazione di una visione/missione per un Naturismo globale. Il primo passo proposto da Moller è ricreare da capo un’organizzazione Naturista unita a livello mondiale, ricreando quell’unione tra le euro-centrica INF-FNI e l’americana AANR. Secondo lui, bisognerebbe prima definirne meglio i suoi scopi, e poi dare una forma effettiva a quel Movimento, istituendo un board di professionisti in ambito legale, contabile, promozionale, eccettera. E senza lasciare fuori da tale tipo di organizzazione naturista mondiale, temi di interesse comune quali l’ecologia, il benessere fisico e mentale, la Body Positivity e una cultura di sana alimentazione.
Una strutturazione di questo tipo potrebbe davvero espandere il Movimento Naturista oltre i suoi attuali confini? Per l’International Director di British Naturism Edwin Kilby, il Naturismo rimarrà sempre una minoranza rispetto all’opinione pubblica. Ed è in base a questa considerazione che l’INF-FNI dovrebbe rinnovarsi, promuovendo il confronto tra le Federazioni Nazionali nella condivisione di esperienze e best-practices, ponendosi anche come punto di riferimento per il turismo Naturista nel mondo.
Inoltre, secondo Kilby, i semplici nudisti non dovrebbero essere percepiti come eccessivamente distanti dai puri naturisti, sono anzi da incoraggiare, in quanto potenziali Naturisti: « È più quello che ci accomuna che quello che ci separa. »
Se ciò che ci accomuna come naturisti è il vivere la natura senza vestiti, bisogna cercare i punti di contatto tra noi e loro.
Al termine della video-conferenza, per molti partecipanti sembra che la risposta alla domanda iniziale “come si può collaborare per essere percepiti come una reale comunità naturista mondiale?” passi anche e soprattutto per una riforma degli scopi e del tipo di struttura organizzativa dell’INF-FNI: e l’iniziativa on-line di British Naturism ha offerto ulteriori spunti. A tal proposito, Stephane Deschénes ha affermato che “l’INF-FNI ha bisogno di un leader che guidi le Federazioni, non di un comandante in capo che prende decisioni da solo”.
Al termine della video-conferenza, per molti partecipanti sembra che la risposta alla domanda iniziale ”come si può collaborare per essere percepiti come una reale comunità naturista mondiale?” passi anche e soprattutto per una riforma degli scopi e del tipo di struttura organizzativa dell’INF-FNI: e l’iniziativa on-line di British Naturism ha offerto ulteriori spunti. A tal proposito, Stephane Deschénes ha affermato che « l’INF-FNI ha bisogno di un leader che guidi le Federazioni, non di un comandante in capo che prende decisioni da solo. »