Le vere ricchezze

di Albert Lecocq

Albert Lecocq

Quest’anno si festeggiano i 70 anni della fondazione della Federazione Naturista Francese, fondata da Albert Lecocq (1905-1969) e sua moglie Christiane (1911-2015).
Per celebrare anche noi di Naturistitalia l’anniversario, pubblichiamo un articolo che ci sembra ancora attuale scritto da Albert Lecocq nel 1950, anno di fondazione della Federazione e della rivista “La Vie au Soleil”.

Le vere ricchezze
di Albert Lecocq

Con quale aberrazione del buon senso siamo arrivati ​​allo stato della vita attuale! L’uomo corre dietro una caricatura di felicità. Tutte le nozioni sono distorte. Tutto è artificiale. Cerchiamo di estrarre minuscoli momenti di gioia da falsi stereotipi. La nostra esistenza è diventata estremamente complessa e senza logica.

Abbiamo perso la strada principale a favore di una strada secondaria che non arriva a nulla e se persistiamo nel perseverare in questo modo, dobbiamo correre dietro alla nostra stessa distruzione. 
Se chiedete a qualcuno “Quali obiettivi stai perseguendo?”, spesso la risposta è sempre la stessa: guadagnare molti soldi, garantire un maggiore lusso e un migliore comfort di vita.

Il raggiungimento dei nostri obiettivi, spesso la consacrazione di una vita di sforzi, non crea che mera soddisfazione per l’orgoglio personale, una falsa impressione di sicurezza, di cui non sempre si sospetta la precarietà, ma non crea la vera felicità.

Inoltre, in questo gioco crudele, uno avrà perso giovinezza e salute; per concentrare intensamente tutte le sue possibilità individuali nella ricerca della fortuna, del potere, degli onori, avrà dimenticato la più elementare concezione di se stesso. Siamo colpevoli di aver collaborato a questo conformismo collettivo, colpevoli per l’esempio che abbiamo dato, colpevoli dell’obbligo che ne abbiamo fatto nei confronti di coloro che dipendono da noi, colpevoli nei confronti dei nostri discendenti ai quali abbiamo instillato gli stessi principi invece di provare a liberarli.

Chi approfitta eccessivamente dei beni materiali e li sfrutta in maniera eccessiva commette l’errore di basare la sua vita su questi eccessi che accentuano sempre più i danni di questo suo stesso squilibrio.
Quanti, nudi davanti alla loro coscienza, possono riconoscersi perfettamente felici?

L’uomo moderno ha trovato nei suoi vizi le sue più potenti leve d’azione. Per soddisfare il suo sconfinato orgoglio, la sua insaziabile avidità, la sua immodestia e la sua lussuria, il suo desiderio di possedere, ha bisogno di sempre più denaro. Il denaro è re. Apre tutte le porte, offre tutti i piaceri, spinge indietro i limiti del nostro potere di schiavitù. Dà una risposta provvisoria al desiderio, perché non ha limiti e appena appagato rinasce più esigente.

Christiane et Albert Lecocq sur l'Ile du Levant

Ma è nella vita semplice che il saggio conosce la felicità. Limitando i suoi desideri, con modestia, sviluppando le qualità del cuore e dello spirito, non opprimendo, e di conseguenza non odiando, acquisisce profondamente inestimabili ricchezze di cui non teme la riduzione o la perdita. Una cosa che l’uomo tende a ignorare sempre di più è che ha bisogno di poco per vivere e, anche nelle circostanze attuali, poco lavoro da dedicare per assicurargli ciò che è necessario. È la ricerca del superfluo che lo trasforma in uno schiavo prigioniero di se stesso. È il suo desiderio di una vita artificiale e di beni inutili, la sua ansia di apparire, sfilare e imporsi, è la sua follia di voler forzare cose, persone, eventi, che sono alla fonte di tutte le sventure, del disgusto per la vita, nozione della propria inutilità, stato deplorevole della propria psiche, rovina delle sue risorse fisiologiche, danno alla sua longevità.

Ecco perché così tante persone moltiplicano gesti e parole inutili, occupazioni irrisorie, per nascondere i loro profondi sentimenti di angoscia, solitudine, paura nel dramma cosmico a cui sono rimasti impreparati. 
Quanti anestetici narcotizzanti scopriamo nel comportamento: rifiuto di pensare, autoipnotismo, desiderio di realizzazioni egoistiche. Piccole, false soluzioni alle nostre preoccupazioni.

Ma in ogni epoca ci sono sempre stati degli esseri illuminati che sono sfuggiti alla dannosa atmosfera culturale del loro tempo. Ci sono stati uomini saggi, persone felici. Alcuni hanno lasciato le loro parole d’oro che hanno resistito alla prova del tempo. Altri rimarranno per sempre sconosciuti. La maggior
parte di loro ha sofferto prima di prendere piena consapevolezza di se stessi. Tutti hanno trovato la verità nella vita semplice, nel distacco dai beni materiali, nella loro liberazione dalla sofisticazione umana, nel riunirsi la natura e adattarsi alle sue leggi.

Un intero programma di riforme si offre al naturista. Le misere esigenze di una civiltà troppo spesso disumana nella sua forma pratica, non consentono all’uomo di tornare indietro a una forma di vita più completa e appagante, poiché è molto difficile potersi collocare ai margini della comunità alla quale è socialmente, economicamente legato. 
Il problema che si pone è tanto più difficile da risolvere poiché queste riforme richiedono di essere condotte su due livelli: prima individuale, e poi collettivo.

Non è conveniente concepire una società perfetta se è composta da individui contaminati e offuscati. D’altra parte, sembra molto lungo aspettare i risultati dei miglioramenti individuali, specialmente in circostanze sfavorevoli. 
Il Naturismo porta a rivedere la maggior parte dei valori su cui si basa l’intera struttura sociale attuale, tutti dovrebbero seguirne l’esempio adottando le regole di una vita naturale e unirsi a coloro che gettano le basi di un’edificazione collettiva che non contiene nulla di contrario alle leggi della natura.

La felicità è dentro ognuno di noi. La nostra formazione spirituale deve essere in parte il nostro lavoro e il frutto delle nostre stesse esperienze, il risultato delle nostre meditazioni. Ma senza adottare formule rigide e senza cercare stabilità definitive in noi e fuori di noi. L’essere umano e il mondo sono in continua evoluzione.

(1950)